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Nessuna selezione: chi prima arriva, si aggiudica il posto

Pubblicato da Manuela Mazzi in La cura del racconto · 25/1/2018 17:12:02

Bene! Iniziano ad arrivare dei riscontri dall'apertura delle iscrizioni al corso "La cura di un racconto" (https://www.facebook.com/events/1560271144009759). E arrivano anche domande.
Abbiamo pensato quindi di condividere le risposte anche pubblicamente, in modo che siano utili a tutti.
La prima domanda/osservazione a cui diamo seguito è questa:

- "Bello! Dunque porti la Bottega di narrazione a Locarno?"

- No. Non proprio. Non vorrei si facesse confusione: la scuola di scrittura creativa denominata La Bottega Di Narrazione comprende più laboratori: ad esempio il corso fondamentale di narrazione (che dura circa 6 mesi, sia a Milano, sia a Cagliari), oppure il corso IntroVersi (di poesia, 4 incontri), e di altri di cui non sono a conoscenza. Tra questi c'è il Laboratorio più importante che è la Bottega di narrazione che dura un anno e poco più, per circa 13 incontri, e ha la singolarità di essere su selezione: per cui l'accesso non è garantito, anzi.

Personalmente ho partecipato sia alla Bottega di narrazione, di cui vi lascio una traccia* di seguito, sia IntroVersi.

"La cura di un racconto" ricalca la formula di quest'ultimo ed è già stata collaudata durante un ciclo di incontri simile tenuto sempre da Giulio Mozzi a Trieste. Per cui le iscrizioni non sono su selezione: i primi 15/18 che si iscrivono saranno accolti, gli altri purtroppo no, ma solo per una questione di spazio e anche per motivi didattici: qualitativamente, non si potrebbe prestare la stessa cura a un numero troppo elevato di partecipanti.

Per maggior informazioni:
http://www.manuelamazzi.ch/CorsiPhotoMaMa

Per scaricare le disposizioni e il programma del corso, in pdf: http://www.manuelamazzi.ch/CorsiPhotoMaMa/files/volantino.pdf


* Ho frequentato la Bottega di Narrazione 2015/2017 sotto la guida di Giulio Mozzi, all'epoca coadiuvato solo da Gabriele Dadati. È stata un'esperienza piena proprio grazie a Giulio, alle sue intuizioni (che lui definisce "visioni"), al suo approccio non accademico, ma molto sapiente nell'affrontare il progetto allo stato grezzo, ai consigli di lettura personalizzati, alle sue competenze in materia di non-romanzi narrativi (per me una scoperta), alla sua "passione" (così è parso a me) per "la forza" del/dei narratore/i, i piani misti tra immaginazione e realtà, e infine grazie a una buona intesa. Di fatto scelsi di candidarmi più che per la formula, per il docente. E sono contenta di non essermi sbagliata, così come sono felicissima di aver potuto partecipare all'ultima Bottega "ristretta", così d'aver potuto apprendere il più possibile da lui. Peccato che tutto finisce. Avrei continuato volentieri a imparare da Giulio Mozzi.




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